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Nella nuova legge di stabilità vengono parzialmente annullati gli adeguamenti delle pensioni all'incremento del costo della vita



Riprendendo quanto abbiamo pubblicato sul blocco degli adeguamenti delle pensioni,viene spontaneo chiedersi: perché non si ha alcun timore nello scontentare oltre 17 milione di elettori? Sono forse una categoria di elettori psicologicamente rassegnata e molti, per così dire, solo in attesa del fine vita? Eppure l'aspettativa di vita si è significativamente allungata, arrivando a 80,6 anni per gli uomini e 84,9 anni per le donne, persone quindi che hanno a disposizione ancora molte occasioni per esprimere il loro malcontento nelle urne. Eppure, da parte di tutti i governi che si sono succeduti non c'è mai stato il timore di scontentare i pensionati. Perché? Si ha come la sensazione di stare davanti ad un popolo assopito, che avendo accantonato propositi di sviluppo e di progresso sociale, ormai riflessi nei figli, molto spesso bisognosi ancora di supporto, non si ponga più tante domande, Riprendendo le parole ascoltate durante una intervista: "il mio l'ho già fatto. Ora tocca agli altri", si avverte come se ci sia la concessione di una delega generale ad ipotetici altri, non identificati, che dovranno provvedere alle necessità del paese. Ma cosa potrebbe accadere, se messo alle strette, questo popolo assopito di pensionati si dovesse riprendere dal torpore e iniziasse a far sentire realmente la propria voce? Una domanda che al momento non sembra avere una effettiva risposta, ma se ciò accadesse, se ne vedrebbero delle belle!

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