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Nella nuova legge di stabilità vengono parzialmente annullati gli adeguamenti delle pensioni all'incremento del costo della vita

Continuando gli approfondimenti a contenuto socio economico ed utilizzando le rilevazioni effettuate dalla sezione Studi sociali della Mosconi Consulting, è con una certa sorpresa che si rileva come nella legge di bilancio per il 2019, sia stata introdotta una norma che annulla parzialmente la perequazione spettante al 1 gennaio 2019 e pari al 1,1%.
In funzione di tale annullamento parziale gli incrementi per perequazione si determineranno come segue:
- per importi lordi compresi fra 3 e 4 volte il trattamento minimo (max 2.052,04€) avremo il 97% del tasso di riferimento, ossia lo 1,067%
- per importi lordi di pensione compresi fra 4 e 5 volte il trattamento minimo, (max 2.565,05€): avremo il 77% del tasso di riferimento, ossia lo 0,847% (coincidente con il primo scaglione del ceto medio);
- per importi lordi di pensione compresi fra 5 e 6 volte il trattamento minimo, (max 3.078,06€): avremo il 52% del tasso di riferimento, ossia lo 0,572% (Lo scaglione più penalizzato);
- per importi lordi di pensione compresi fra 6 e 8 volte il trattamento minimo, (max 4.104,08€): avremo il 47% del tasso di riferimento, ossia lo 0,517%;
- per importi lordi di pensione compresi fra 8 e 9 volte  il trattamento minimo, (max 4.617,09€) avremo il 45% del tasso di riferimento, ossia lo 0,495%.
- per importi lordi di pensione superiori a 9 volte il trattamento minimo avremo il 40% del tasso di riferimento, ossia lo 0,44%.
Come si può vedere una serie di tagli significativi nei confronti di una categoria, quella dei pensionati che assomma oltre 17 milioni di persone, circa un terzo della popolazione adulta, tutti potenziali votanti.


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