In ricordo d Kofi Annan
Con grande piacere che ricevo il consenso di Orazio Parisotto* , Fondatore di UNIPAX, per condividere l'articolo in ricordo di Kofi Annan
, pubblicato sulla rivista dei Carabinieri LE FIAMME D’ARGENTO SETTEMBRE›OTTOBRE 2018/11.
*Il Professor Orazio Parisotto è Studioso di Scienze Umane e dei Diritti Fondamentali. Founder di Unipax, NGO associata al DPI delle Nazioni Unite
PER SAPERNE DI PIÙ Francesco Paolo Fulci, nato a Messina 19 marzo 1931, è stato Ambasciatore presso le Nazioni Unite dal 1993 al 1999 e successivamente presidente del Consiglio economico e sociale(Ecosoc). È il promotore del Manifesto contro la povertà, dove elenca le dieci priorità da affrontare che sono state successivamente inserite nella Dichiarazione Onu del Millennioe negli Obiettivi dello sviluppo del Millennio, adottati nel settembre 2000, così come nel Monterrey Consensusdel 2002 e da ultimo nell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile. Dal 2011 è presidente della Ferrero S.p.A. e dal 2015 presidente del progetto imprenditoriale Michele Ferrero in Africa e India. Fa parte della Fondazione Italia-USA. Nel corso della sua lunga carriera diplomatica, Francesco Paolo Fulci negli anni ’90, come rappresentante permanente d’Italia alle Nazioni Unite, ha condotto una battaglia diplomatica per riformare l’Organizzazione del Palazzo di Vetro, riunendo un gran numero di paesi nel cosiddetto Coffee Clubcon lo scopo di mantenere viva l’attenzione sulla necessità di maggior democrazia nell’Onu e più in generale nelle istituzioni internazionali
L’AMBASCIATORE FRANCESCO PAOLO FULCI RICORDA IL PREMIO NOBEL PER LA PACE KOFI ANNAN
"Non c'è pace senza sviluppo, ma non c’è sviluppo senza pace” ammonisce una grande scritta nei corridoi del Palazzo di Vetro a New York. Kofi Annan, il primo Segretario Generale africano dell’Onudi pelle nera, scomparso il 18 agosto, credeva fermamente in questo imprescindibile binomio. Si è talmente impegnato per la sua implementazione, al punto da meritare il Premio Nobel per la pace.” Così lo ricorda Francesco Paolo Fulci, che è stato il Rappresentante Permanente per l’Italia alle Nazioni Unite dal 1993 al 1999 “Proverbiale anzitutto il suo impegno a combattere la fame e la povertà nel mondo, origini vere e profonde di tante sofferenze e tante violenze. Fu proprio Annan ad essere il promotore del Vertice dei Capi di Stato e di Governo nell’anno 2000 il cosiddetto Vertice del Millennio- dedicato specificamente alla lotta contro la povertà, con l’obiettivo di sradicarla nelle sue forme più gravi entro il 2015. Obiettivo in larghissima parte raggiunto! Non meno forte e deciso fu l’impegno di Annan per la salvaguardia della pace nel mondo. Ricordo ancora vividamente la prova di coraggio, anche fisica, che diede, quando decise di recarsi personalmente a Bagdad, ad incontrare il dittatore Saddam Hussein, per indurlo ad accettare le ispezioni sul suo presunto arsenale nucleare, al fine di prevenire un ennesimo conflitto armato in quella martoriata regione.” “Certo” prosegue Francesco Paolo Fulci“in tale
vicenda, così come nell’attacco contro la Serbia senza la preventiva autorizzazione del Consiglio di Sicurezza, le delusioni per l’Onu e per Kofi Annan non mancarono. Ma Kofi continuava a ripetere, a se stesso ed ai suoi collaboratori, che quand’anche la pace viene violata, sempre all’Onu bisogna poi tornare per ristabilire la legalità internazionale e per ricostruire sulle macerie delle guerre. Personalmente sono fiero di aver contribuito all’elezione di Annana Segretario Generale nel dicembre 1996, quando l’Italia presiedeva il Consiglio di Sicurezza della massima organizzazione internazionale del mondo. Kofi Annanera un uomo illuminato, di grande visione, che ha lasciato una traccia profonda della sua guida decennale nel Palazzo di Vetro, tra il 1997 ed il 2006”. Kofi Annan aveva compreso prima di tutti che il processo di globalizzazione doveva essere controllato e gestito, fin dall’inizio, da un organismo democratico e per questo bisognava, da subito, rinnovare l’Onu. Annan ha sostenuto e promosso con convinzione i lavori della Commissione sul Governo Globale(Cgg) istituita per approfondire i problemi relativi alla promozione di un governo democratico della globalizzazione in campo economico, sociale e ambientale. Questa Commissione ha presentato la proposta per l’istituzione all’interno dell’Onudi un Consiglio per la Sicurezza Economica da affiancare al Consiglio di Sicurezza (militare) istituito fin dalla nascita dell’Onu. Il nuovo Consiglio avrebbe dovuto favorire uno sviluppo economico più equilibrato, più sostenibile
e più stabile in tutti paesi e con esso una maggiore giustizia sociale. Certo è che un Consiglio per la Sicurezza Economica doveva nascere ed essere gestito secondo i principi della democrazia e senza possibilità di veto, quindi non con le caratteristiche del Consiglio per la Sicurezza (militare) che è composto da quindici membri di cui cinque rappresentanti permanenti con diritto di veto. Le proposte e le considerazioni della Commissione sul Governo Globale non ebbero seguito, tanto che la stessa Commissione dovette constatare che: “In assenza di misure adeguate per assicurare una governance economica globale, la globalizzazione ha reso l’economia mondiale più instabile, i paesi sono diventati più vulnerabili agli shocks finanziari, molti sono stati emarginati e il divario tra i più ricchi e i più poveri si è ampliato. I paesi più ricchi sono diventati più avari mentre il numero degli estremamente poveri, quelli che sopravvivono con un dollaro al giorno o meno, ha continuato a crescere”. Se non fosse per il fatto che le cose da allora sono peggiorate, questa sembra una dichiarazione fatta quest’anno e non nel 1999, anno in cui a Seattle si è tenuta la prima grande manifestazione contro la globalizzazione e l’arricchimento di pochi a danno della grande maggioranza. Kofi Annan è stato veramente un anticipatore di tanti movimenti che, soprattutto dopo la grande crisi del 2008, hanno contestato le degenerazioni di un processo di globalizzazione senza regole. E infatti ha tentato per altre due volte di inserire nell’agenda politica dell’Onu il tema del governo globale. Nel 2004 ha commissionato un rapporto dal titolo: Un Mondo più sicuro: la nostra comune responsabilità dove si diceva convinto che la grande maggioranza dei governi avrebbe condiviso la sua sensazione di un ingente bisogno per le nazioni del mondo di unirsi e raggiungere un nuovo consenso per il futuro della sicurezza collettiva, militare ed economica; cambiamenti questi necessari affinché le Nazioni Unite potessero svolgere il loro ruolo. L’anno successivo, nel suo rapporto presentato all’Assemblea delle Nazioni Unite in qualità di Segretario Generale, Kofi Annan insisteva in modo speciale sulla necessità di procedere verso uno sviluppo economico più equo e compatibile, di promuovere la libertà dal bisogno e il diritto di vivere un’esistenza dignitosa per tutti e, con particolare energia, sottolineava la necessità di pervenire a una governance globale sostenendo che “la causa di una maggiore libertà può venire promossa solamente da un’ampia, profonda e sostenuta cooperazione globale tra gli Stati. Una simile cooperazione è possibile se le politiche di ciascun paese prendono in conto non solo i bisogni dei suoi cittadini ma anche i bisogni degli altri… Abbiamo bisogno di istituzioni intergovernative regionali e globali agili ed efficaci allo scopo di mobilitare e coordinare l’azione collettiva”. Per questo motivo Annan aveva proposto, al World Economic Forumdi Davos in Svizzera, nel 1999, il Global Compact sulla responsabilitàsociale delle imprese alla quale, ad oggi, hanno aderito volontariamente circa 11.500 organismi tra cui oltre 7.000 grandi imprese di tutto il mondo. Nel suo appello, il Segretario Generale invitava i leader dell’economia mondiale ad aderire a un “Patto Globale” che doveva unire imprese, agenzie dell’Onu, organizzazioni sindacali e della società civile nel promuovere la responsabilità sociale dell’impresa attraverso il rispetto volontario e la promozione di dieci principi fondamentali relativi ai diritti umani, al lavoro, all’ambiente e alla lotta alla corruzione. Kofi Annan affermava tra l’altro: “Scegliamo di unire il potere dei mercati all’autorevo
lezza degli ideali universalmente riconosciuti. Scegliamo di riconciliare la forza creativa dell’iniziativa privata con i bisogni dei più svantaggiati e le esigenze delle generazioni future”. Proprio pensando alla formazione delle generazioni future Kofi Annanrilanciò a livello internazionale l’University for Peace, istituita dall’Onu nel 1980, con sede nella Repubblica di Costarica, che sotto il suo segretariato ebbe uno straordinario impulso “per fornire all’umanità un’istituzione internazionale di istruzione superiore per la pace e allo scopo di promuovere tra tutti gli esseri umani lo spirito di comprensione, tolleranza e pacifica coesistenza”. Ed è con questo spirito
che nel 2015 la University for Peaceha costituito una sua Delegazione di rappresentanza anche a Roma. “Noi ci muoviamo nel solco tracciato da Kofi Annan per fornire ai giovani nuovi strumenti e opportunità culturali e formative” ci spiega il Prof. Ing. Gianni Cara, Presidente dell’Università Internazionale per la Pace di Roma(www.unipaceroma.org) “Il nostro intento è quello di presentare progettazioni congiunte di percorsi formativi post laurea e di attività di ricerca. L’Università Internazionale per la Pace di Roma opera oggi in Italia con l’obiettivo di estendere nel nostro Paese gli ideali e la mission di Upeace, perseguendo le stesse finalità di educazione e formazione per la pace e la sicurezza in tutto il mondo, secondo gli obiettivi delle Nazioni Unite, anche attraverso accordi di collaborazione accademica con Miur, Università e Istituti di ricerca. Abbiamo infatti corsi di formazione in Diritti Umani, Gestione dei Conflitti e Pace ed Emergenze Umanitarie. Stiamo inoltre programmando corsi di Mediazione Familiare e Family Group Conference e da poco abbiamo costituito un Dipartimento che, in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione di uno Stato della Nigeria, dovrebbe mettere in cantiere un Master in Economia Etica per laureati provenienti da quel Paese”.
vicenda, così come nell’attacco contro la Serbia senza la preventiva autorizzazione del Consiglio di Sicurezza, le delusioni per l’Onu e per Kofi Annan non mancarono. Ma Kofi continuava a ripetere, a se stesso ed ai suoi collaboratori, che quand’anche la pace viene violata, sempre all’Onu bisogna poi tornare per ristabilire la legalità internazionale e per ricostruire sulle macerie delle guerre. Personalmente sono fiero di aver contribuito all’elezione di Annana Segretario Generale nel dicembre 1996, quando l’Italia presiedeva il Consiglio di Sicurezza della massima organizzazione internazionale del mondo. Kofi Annanera un uomo illuminato, di grande visione, che ha lasciato una traccia profonda della sua guida decennale nel Palazzo di Vetro, tra il 1997 ed il 2006”. Kofi Annan aveva compreso prima di tutti che il processo di globalizzazione doveva essere controllato e gestito, fin dall’inizio, da un organismo democratico e per questo bisognava, da subito, rinnovare l’Onu. Annan ha sostenuto e promosso con convinzione i lavori della Commissione sul Governo Globale(Cgg) istituita per approfondire i problemi relativi alla promozione di un governo democratico della globalizzazione in campo economico, sociale e ambientale. Questa Commissione ha presentato la proposta per l’istituzione all’interno dell’Onudi un Consiglio per la Sicurezza Economica da affiancare al Consiglio di Sicurezza (militare) istituito fin dalla nascita dell’Onu. Il nuovo Consiglio avrebbe dovuto favorire uno sviluppo economico più equilibrato, più sostenibile
e più stabile in tutti paesi e con esso una maggiore giustizia sociale. Certo è che un Consiglio per la Sicurezza Economica doveva nascere ed essere gestito secondo i principi della democrazia e senza possibilità di veto, quindi non con le caratteristiche del Consiglio per la Sicurezza (militare) che è composto da quindici membri di cui cinque rappresentanti permanenti con diritto di veto. Le proposte e le considerazioni della Commissione sul Governo Globale non ebbero seguito, tanto che la stessa Commissione dovette constatare che: “In assenza di misure adeguate per assicurare una governance economica globale, la globalizzazione ha reso l’economia mondiale più instabile, i paesi sono diventati più vulnerabili agli shocks finanziari, molti sono stati emarginati e il divario tra i più ricchi e i più poveri si è ampliato. I paesi più ricchi sono diventati più avari mentre il numero degli estremamente poveri, quelli che sopravvivono con un dollaro al giorno o meno, ha continuato a crescere”. Se non fosse per il fatto che le cose da allora sono peggiorate, questa sembra una dichiarazione fatta quest’anno e non nel 1999, anno in cui a Seattle si è tenuta la prima grande manifestazione contro la globalizzazione e l’arricchimento di pochi a danno della grande maggioranza. Kofi Annan è stato veramente un anticipatore di tanti movimenti che, soprattutto dopo la grande crisi del 2008, hanno contestato le degenerazioni di un processo di globalizzazione senza regole. E infatti ha tentato per altre due volte di inserire nell’agenda politica dell’Onu il tema del governo globale. Nel 2004 ha commissionato un rapporto dal titolo: Un Mondo più sicuro: la nostra comune responsabilità dove si diceva convinto che la grande maggioranza dei governi avrebbe condiviso la sua sensazione di un ingente bisogno per le nazioni del mondo di unirsi e raggiungere un nuovo consenso per il futuro della sicurezza collettiva, militare ed economica; cambiamenti questi necessari affinché le Nazioni Unite potessero svolgere il loro ruolo. L’anno successivo, nel suo rapporto presentato all’Assemblea delle Nazioni Unite in qualità di Segretario Generale, Kofi Annan insisteva in modo speciale sulla necessità di procedere verso uno sviluppo economico più equo e compatibile, di promuovere la libertà dal bisogno e il diritto di vivere un’esistenza dignitosa per tutti e, con particolare energia, sottolineava la necessità di pervenire a una governance globale sostenendo che “la causa di una maggiore libertà può venire promossa solamente da un’ampia, profonda e sostenuta cooperazione globale tra gli Stati. Una simile cooperazione è possibile se le politiche di ciascun paese prendono in conto non solo i bisogni dei suoi cittadini ma anche i bisogni degli altri… Abbiamo bisogno di istituzioni intergovernative regionali e globali agili ed efficaci allo scopo di mobilitare e coordinare l’azione collettiva”. Per questo motivo Annan aveva proposto, al World Economic Forumdi Davos in Svizzera, nel 1999, il Global Compact sulla responsabilitàsociale delle imprese alla quale, ad oggi, hanno aderito volontariamente circa 11.500 organismi tra cui oltre 7.000 grandi imprese di tutto il mondo. Nel suo appello, il Segretario Generale invitava i leader dell’economia mondiale ad aderire a un “Patto Globale” che doveva unire imprese, agenzie dell’Onu, organizzazioni sindacali e della società civile nel promuovere la responsabilità sociale dell’impresa attraverso il rispetto volontario e la promozione di dieci principi fondamentali relativi ai diritti umani, al lavoro, all’ambiente e alla lotta alla corruzione. Kofi Annan affermava tra l’altro: “Scegliamo di unire il potere dei mercati all’autorevo
lezza degli ideali universalmente riconosciuti. Scegliamo di riconciliare la forza creativa dell’iniziativa privata con i bisogni dei più svantaggiati e le esigenze delle generazioni future”. Proprio pensando alla formazione delle generazioni future Kofi Annanrilanciò a livello internazionale l’University for Peace, istituita dall’Onu nel 1980, con sede nella Repubblica di Costarica, che sotto il suo segretariato ebbe uno straordinario impulso “per fornire all’umanità un’istituzione internazionale di istruzione superiore per la pace e allo scopo di promuovere tra tutti gli esseri umani lo spirito di comprensione, tolleranza e pacifica coesistenza”. Ed è con questo spirito
che nel 2015 la University for Peaceha costituito una sua Delegazione di rappresentanza anche a Roma. “Noi ci muoviamo nel solco tracciato da Kofi Annan per fornire ai giovani nuovi strumenti e opportunità culturali e formative” ci spiega il Prof. Ing. Gianni Cara, Presidente dell’Università Internazionale per la Pace di Roma(www.unipaceroma.org) “Il nostro intento è quello di presentare progettazioni congiunte di percorsi formativi post laurea e di attività di ricerca. L’Università Internazionale per la Pace di Roma opera oggi in Italia con l’obiettivo di estendere nel nostro Paese gli ideali e la mission di Upeace, perseguendo le stesse finalità di educazione e formazione per la pace e la sicurezza in tutto il mondo, secondo gli obiettivi delle Nazioni Unite, anche attraverso accordi di collaborazione accademica con Miur, Università e Istituti di ricerca. Abbiamo infatti corsi di formazione in Diritti Umani, Gestione dei Conflitti e Pace ed Emergenze Umanitarie. Stiamo inoltre programmando corsi di Mediazione Familiare e Family Group Conference e da poco abbiamo costituito un Dipartimento che, in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione di uno Stato della Nigeria, dovrebbe mettere in cantiere un Master in Economia Etica per laureati provenienti da quel Paese”.
*Il Professor Orazio Parisotto è Studioso di Scienze Umane e dei Diritti Fondamentali. Founder di Unipax, NGO associata al DPI delle Nazioni Unite
PER SAPERNE DI PIÙ Francesco Paolo Fulci, nato a Messina 19 marzo 1931, è stato Ambasciatore presso le Nazioni Unite dal 1993 al 1999 e successivamente presidente del Consiglio economico e sociale(Ecosoc). È il promotore del Manifesto contro la povertà, dove elenca le dieci priorità da affrontare che sono state successivamente inserite nella Dichiarazione Onu del Millennioe negli Obiettivi dello sviluppo del Millennio, adottati nel settembre 2000, così come nel Monterrey Consensusdel 2002 e da ultimo nell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile. Dal 2011 è presidente della Ferrero S.p.A. e dal 2015 presidente del progetto imprenditoriale Michele Ferrero in Africa e India. Fa parte della Fondazione Italia-USA. Nel corso della sua lunga carriera diplomatica, Francesco Paolo Fulci negli anni ’90, come rappresentante permanente d’Italia alle Nazioni Unite, ha condotto una battaglia diplomatica per riformare l’Organizzazione del Palazzo di Vetro, riunendo un gran numero di paesi nel cosiddetto Coffee Clubcon lo scopo di mantenere viva l’attenzione sulla necessità di maggior democrazia nell’Onu e più in generale nelle istituzioni internazionali
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